Boccadasse d’estate, al calare della sera, è un gelato in riva al mare in compagnia della città che si scioglie nell’acqua. Siamo a Genova, ma la dimensione, qui, è del borgo di pescatori, con le case strette sul mare, un fazzoletto di spiaggia, un piccolo molo, scogli e qualche pino. Quasi sulla battigia, rialzata, sta Creuza de Mä, ristorantino bomboniera dall’atmosfera romantica e salina.
Un posto da primo appuntamento, o da anniversario amoroso. Diciamolo subito: il più di questo locale è proprio la sua posizione. I tre tavolini che si affacciano sulla grande vetrata che dà sulla spiaggia sono splendidi.
La cucina, non può essere altrimenti, è dedicata al mare. La materia prima è fresca, di ottima qualità. Dietro i fornelli, c’è voglia di sperimentare accostamenti particolari. Il risultato, però, non sempre è ben calibrato. Si può iniziare con code di gamberi e baccalà agli agrumi: un piatto un po’ confuso, anche nella presentazione, dove i due ingredienti di mare (che buone le code di gamberi!) non si trovano poi molto assieme. Altrimenti, totani arrostiti con dadolata di cetriolo, ananas e mentuccia, certamente più soddisfacente. Tra i primi, il Riso Venere con verza stufata, bisque di gamberi e dragoncello è un poco salato, mentre le casarecce con ombrina, extravergine e olive Taggiasche sono piacevoli e saporite (ma anche qui manca equilibrio, con una predominanza dell’extravergine). Tra i secondi, le triglie impanate e code di gamberi sono il miglior piatto della serata. Le trigliette sono eccellenti, le code di gamberi polpose, la preparazione curata e semplice. L’ombrina al forno con melanzane e peperoni (ovvero, come coprire la delicatezza dell’ombrina) è un buon esempio di materia prima eccellente non valorizzata.
I dolci, però, sono da urlo: la mousse al cioccolato con cialda croccante e zucchero caramellato appiccica soddisfazione al palato, così come la tasca di cioccolato con fragoline di bosco e salsa al frutto della passione. Il servizio è attento, senza mai essere invadente. La carta dei vini non entusiasma. Nel conto (intorno ai 60 euro, per quattro piatti) pesa certo il luogo. Lo si percepisce all’uscita, quando è dolce sostare un poco sulla spiaggia prima di risalire una delle creuze che portano in corso Italia.